GLI ITALIANI SPENDONO MENO

05.03.2019

Negli ultimi 50 anni si è ridotta dal 54,2% al 18,5% l'incidenza della spesa per alimenti e bevande mentre sono aumentati i casi di obesità

ROMA - Spendono meno per mangiare ma ingrassano di più: negli ultimi 50 anni in Italia si è ridotta dal 54,2% al 18,5% l'incidenza della spesa per alimenti e bevande, rispetto ai consumi totali degli italiani, mentre sono aumentati i casi di obesità, che oggi riguardano un cittadino su dieci. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui cambiamenti nella spesa alimentare degli italiani svolta in occasione dell'«Obesity day», la giornata nazionale contro l'obesità. Nel paniere degli italiani la spesa per mangiare oggi non arriva dunque neanche al 20%: solo 20 anni fa sfiorava invece il 30% e negli anni Settanta superava il 36%.

Nel tempo - spiega la Coldiretti - sono profondamente cambiati i rapporti di cambio tra i beni alimentari e gli altri beni di consumo e oggi un litro di latte costa quasi come una partita a un videogioco, un litro di olio extravergine di olive italiane costa come un litro di olio per la macchina, tre chili di pane costano come un pacchetto di sigarette e un paio di scarpe costa come la spesa di un'intera famiglia per una settimana.

Bisogna evitare però - afferma l'organizzazione agricola - un calo di attenzione nelle scelte di acquisto dei prodotti alimentari per non lasciare il campo aperto a una competizione basata sui bassi prezzi che mette a rischio la qualità, la genuinità e il valore nutritivo dei prodotti offerti sugli scaffali e favorisce disfunzioni dell'alimentazione come l'obesità. L'Obesity day è stata anche un'occasione per fare capire quanto si possa rischiare mangiando troppo.

Secondo il ministro della sanità, Girolamo Sirchia, «è sbagliato riempire i carrello oltre l'inverosimile di prosciutto e dolci. Non a caso nei paesi si dice che vive a lungo chi è magro, e sono proprio le piccole donne segaligne a raggiungere i cento anni di età».

La battaglia contro l'obesità per il ministro passa attraverso la cultura e l'informazione. «Bisogna comprendere che esistono altri svaghi oltre a quello di andare a mangiare fuori - avverte - sono gli stili di vita che devono cambiare».

E proprio per questo il ministero farà partire una campagna di pubblicità contro l'obesità che costerà 10 miliardi (messi a disposizione da aziende private). Gli alimentaristi e i diabetologi di fronte all'epidemia di malattie legate al peso hanno addirittura coniato un nuovo termine: diabesità, un terribile mix di obesità e diabete frutto di anni e anni di errori a tavola.

Secondo il rapporto sull'obesità dell'Istuituto Auxologico Italiano, un adulto su tre è sovrappeso (33,4%) e il 9,1% è obeso. Ma le malattie cardiovascolari, spesso legate proprio al peso, sono in gran parte prevedibili, controllando i fattori di rischio, ha spiegato Michele Carruba, presidente dell' Ansisa-Associazione Nazionale degli specialisti in Scienza dell'alimentazione. In Italia, che oggi annovera 4 milioni di obesi, nel triennio '94-97 l'incremento è stato del 25% e i dati lasciano prevedere una crescita costante.

Il sovrappeso, ha aggiunto Carruba, costa 44.300 miliardi ogni anno, di cui ben 21.350 a carico del servizio pubblico. A ciò si aggiunge l'aumento di diabetici: sono il 3% della popolazione, circa un milione e 700 mila e secondo le stime dell'Oms, ha invece spiegato Guido Pozza, direttore della scuola di specializzazione ed endocrinologia, entro 20-25 anni raddoppieranno. Una vera e propria epidemia. Per questo gli esperti hanno elaborato un programma informatico che negli studi dei medici permetterà di rendere graficamente visibile il rischio di malattie cardiache di ognuno.

Franco De Biasi - Blog politico
Tutti i diritti riservati 2019
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia